Breno (Italia)
Breno comune | |
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Panorama dell'abitato e del castello | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Amministrazione | |
Sindaco | Alessandro Panteghini (lista civica) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°57′31″N 10°18′20″E |
Altitudine | 343 m s.l.m. |
Superficie | 59,94 km² |
Abitanti | 4 627[1] (31-12-2023) |
Densità | 77,19 ab./km² |
Frazioni | Astrio, Mezzarro, Pescarzo, Pilo Campogrande |
Comuni confinanti | Bagolino, Bienno, Borgo Chiese (TN), Braone, Ceto, Cividate Camuno, Losine, Malegno, Niardo, Valdaone (TN) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25043 |
Prefisso | 0364 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017028 |
Cod. catastale | B149 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 425 GG[3] |
Nome abitanti | brenesi |
Patrono | san Valentino |
Giorno festivo | 14 febbraio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Breno nella provincia di Brescia | |
Sito istituzionale | |
Breno (Bré in dialetto camuno[4][5], Brenn in tedesco, desueto) è un comune italiano di 4 627 abitanti[1], della Val Camonica, in provincia di Brescia in Lombardia.
Il territorio di Breno confina con diversi comuni: a est quello di Bagolino, Borgo Chiese e Daone, a nord quello di Niardo, Braone, Ceto e Losine, ad ovest quello di Malegno e Cividate Camuno, ed a sud quello di Bienno.
Il paese è un importante centro amministrativo con la sede della Comunità Montana di Valle Camonica e del BIM della Valle Camonica.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]L'abitato di Breno sorge in una forra naturale dalla direzione nord-sud, tra la collina del Castello ed il Corno Cerreto. Alcuni studiosi ritengono che la forra fosse stata anticamente l'alveo dell'Oglio, che oggi scorre invece più a est, di là del colle del Castello.
Il territorio comunale, in massima parte montuoso, è delimitato ad ovest dal solco principale della Val Camonica, mentre ad est si estende sulle montagne del suo lato orografico sinistro, comprendendo anche la parte più alta della Valle del Caffaro, fino al confine con il Trentino. La quota massima del territorio comunale è costituita dal Cornone di Blumone (2843 m), una vetta del Gruppo dell'Adamello.
Clima
[modifica | modifica wikitesto]I dati provenienti dalla stazione meteorologica di Breno indicano, in base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, che la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a -1,0 °C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +20,5 °C.[6]
Breno | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 3,8 | 7,1 | 10,4 | 16,7 | 19,1 | 23,0 | 26,4 | 25,3 | 21,9 | 15,8 | 10,3 | 5,6 | 5,5 | 15,4 | 24,9 | 16,0 | 15,5 |
T. min. media (°C) | 3,8 | 7,1 | 10,4 | 14,8 | 19,1 | 20,1 | 21,1 | 22,0 | 18,4 | 10,3 | 10,1 | 5,4 | 5,4 | 14,8 | 21,1 | 12,9 | 13,6 |
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del comune potrebbe derivare dal celtico Brig ("monte").[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]In cima al colle del Castello è stata ritrovata un'abitazione risalente al neolitico. In località Spinera, presso il fiume Oglio, è presente il santuario di Minerva del I secolo, andato bruciato nel V secolo.[8]
Nel medioevo viene ricordato che presso il castello di Breno vi fossero due torri: una guelfa, appartenente alla famiglia Ronchi, l'altra ghibellina, della famiglia Alberzoni.[8] Nel XII secolo è riportata una lotta tra Breno e Niardo per il possesso del monte Stabio.[9] In data compresa tra il 1206 ed il 1230 la contrada di Onera venne seppellita da un'esondazione del fiume Oglio.[10]
Nel 1304 fra Dolcino, supportato dai Signori di Breno, entra in Val Camonica tramite il Passo Crocedomini e raggiunge la pianura bresciana per incontrare Matteo Visconti.[11] Il 19 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Borno, Astrio, Monno e Ossimo Girardo del fu Giovanni Ronchi di Breno.[12]
Il 28 gennaio 1350 il vescovo di Brescia Bernardo Tricardo investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Borno, Pescarzo, Cerveno e Corteno Golgi Bertolino e Giacomo Alberzoni di Breno.[13] Il 15 maggio 1365 il vescovo di Brescia Enrico da Sessa investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Vione, Vezza, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Astrio, Ossimo e Losine Giovanni e Gerardo del fu Pasino Federici di Mù.[13]
Il 31 dicembre 1397 avviene la pace di Breno tra gli schieramenti guelfi e ghibellini. I rappresentanti della comunità di Breno si schierarono sia sulla sponda ghibellina (Betino di Giovanni e Clarino Marone Ronchi) che su quella guelfa (Francescino di Pasolino Ronchi).[14] Il 14 agosto 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno e Borno Andriolo Ronchi di Breno.[15] Durante l'età veneziana in Valle Camonica Breno era sede della Comunità di Valle Camonica. Nel 1591 viene stabilito il monte di pietà per impulso della signora Barbara Leoni Alberzoni.[16]
Nel 1629 si spica una montagna et dirupando cade con grandissima ruina, fracassando il cimiterio della chiesa et poi una mano di case et fienili, con la morte di moltissime persone.[10] Nel 1630, durante la peste, viene fondato un lazzaretto in contrada Valmorina.[10] Agli inizi del Seicento operava in paese l'Accademia, una istituzione scolastica di livello superiore.[16]
Con l'arrivo della rivoluzione francese nel 1797 fu a capo del Cantone della Montagna (comuni di: Anfurro, Angolo, Artogne, Berzo, Berzo Demo, Bienno, Borno, Braone, Breno, Capo di Ponte, Ceto, Cerveno, Cevo, Cedegolo, Cimbergo, Cividate, Cemmo, Corteno Golgi, Cortenedolo, Darfo, Demo, Do e Ono, Edolo, Esine, Erbanno, Gorzone, Grevo, Gianico, Incudine, Lozio, Loveno, Losine, Mazzunno, Malegno, Malonno, Monno, Mù, Nadro, Niardo, Osimo, Paisco, Paspardo, Pisogne, Pezzo, Ponte di Legno, Prestine, Piano, Pontagna, Rogno, Sciano, Saviore, Sonico, Santicolo, Sellero, Temù, Terzano, Vezza, Villa e Vione)[17].
Nell'assetto definitivo della Repubblica Cisalpina, Breno fu inclusa nel Dipartimento dell'Adda e dell'Oglio come capoluogo del distretto XI di Breno (1798-1801; comuni: Malegno; Lozio; Cividate; Bienno; Prestine; Berzo inferiore; Esine; Borno; Ossimo; Losine; Niardo)[18] e infine nel Dipartimento del Serio (1801-1815), distretto IV di Breno, cantone I di Breno (1805-1815; comuni: Anfurro, Angolo con Mazzunno[19], Artogne, Berzo Inferiore, Bienno con Prestine, Breno, Borno, Braone, Cemmo e Capo di Ponte, Cerveno, Ceto e Nadro, Cividate, Darfo, Erbanno, Esine, Gianico, Gorzone e Sciano, Losine, Lozio, Malegno, Niardo, Ono, Piano, Ossimo, Cimbergo con Paspardo[20], Pisogne Rogno Terzano)[21].
Sotto il Regno Italico fu incluso, col decreto dell'8 giugno 1805, nel distretto IV del dipartimento del Serio, assieme a Anfurro, Angolo con Mazzunno, Artogne, Berzo Inferiore, Bienno con Prestine, Borno, Braone, Cemmo e Capo di Ponte, Cerveno, Ceto e Nadro, Cividate, Darfo, Erbanno, Esine, Gianico, Gorzone e Sciano, Losine, Lozio, Malegno, Niardo, Ono, Piano, Ossimo, Cimbergo con Paspardo, Pisogne Rogno Terzano.[21]
Nel Regno Lombardo-Veneto (1815-1859) Breno fece parte della provincia di Bergamo quale sede del distretto XVII di Breno (comuni: Anfurro, Angolo, Mazzunno, Artogne, Berzo Inferiore, Bienno e Prestine[22], Breno, Borno, Braone, Capo di Ponte e Cemmo, Cerveno, Ceto con Nadro, Cimbergo, Cividate, Darfo, Erbanno con Angone, Esine, Gianico, Gorzone con Sciano, Losine, Lozio, Malegno, Niardo, Ono, Piano con Beata, Solato e Vissone, Ossimo, Paspardo, Pisogne, Rogno[23], Terzano.[24]
Una lapide presso la casa Vielmi ricorda:
«La notte 12-13 luglio
nel fatidico cinquantanove
Giuseppe Garibaldi
in questa casa fu di Carlo Vielmi
illustre e caro ospite»
Nel Regno d'Italia Breno divenne capoluogo dell'omonimo circondario nella provincia di Brescia.
Oggi Breno è sede della Comunità Montana di Valle Camonica.
Lo stemma della provincia di Brescia rappresenta l'insieme di cinque blasoni: quello di Brescia al centro, quello del comune di Chiari, di Breno, di Verolanuova e di Salò.
Antichi Originari
[modifica | modifica wikitesto]Breno, sede amministrativa della Val Camonica, annoverava tra le famiglie della Vicinia numerosi nobili originari del paese.
Questi sono i nomi degli Antichi Originari di Breno:[25]
- Ronchi
- Alberzoni
- Bazoli
- Cattaneo
- Guizzardi
- Falocchi
- Clarini
- Pagnoncini
- Leoni-Galuzzi
- Tassi
Feudatari locali
[modifica | modifica wikitesto]Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:
Famiglia | Stemma | Periodo |
Ronchi | 1336 - ? | |
Alberzoni | 1350 - ? | |
Federici | 1365 - ? | |
Ronchi | 1423 - ? |
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]«D'azzurro, al cervo al naturale, accosciato sopra la campagna erbosa di verde con un'aquila al naturale, coronata all'antica d'oro, volante ed afferrante con le sue branche il cervo.[26]»
Lo stemma di Breno deriva dal vessillo della storica Comunità di Valle Camonica che aveva sede amministrativa a Breno.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo, parrocchiale di struttura seicentesca posizionata al centro del paese, con affreschi di Antonio Guadagnini. Gli altari sono in marmo occhialino di Ono San Pietro.
- Chiesa di Sant'Antonio, conserva notevoli opere artistiche: tra di esse va innanzi tutto menzionato l'importante ciclo di affreschi realizzato dal Romanino.
- Chiesa di Santa Maria al Ponte (o della Minerva), del '500; addossato alla struttura vi è il tempietto della Minerva.
- Chiesetta di San Carlo, del XVII secolo, con notevole serie di ex voto.
- Chiesa di San Maurizio, antica parrocchiale.
- Cappella di Sant'Apollonia, lungo la strada che porta a San Valentino.
- Chiesa di San Valentino, costruzione quattrocentesca, interni forse di Giovanni Pietro da Cemmo.
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Case-torri, in via Mazzini, le mura di Casa Domenighini e Pezzotti-Gobbetti (via Cappellini).
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Breno sorge sopra una collina abitata già nella preistoria, fu il principale baluardo per il controllo della Val Camonica fino al XVII secolo.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[27]
Tradizioni e folclore
[modifica | modifica wikitesto]Gli scotöm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomignoli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Breno è Maia càrte (mangia carte) oppure Pèla pàsser.[28]
Esistono nel folklore della Val Camonica alcuni proverbi in dialetto camuno riguardanti Breno:
- Cumudàla sa de sùra de Bré. Sistemarla al di sopra di Breno: con questo modo di dire si intendeva, un tempo, di risolvere una questione senza fare ricorso al tribunale di Breno.[29]
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Breno è il principale centro amministrativo della Valle Camonica. L'economia locale è fondata essenzialmente sui servizi: Scuole, Tribunale (sezione distaccata del Tribunale di Brescia), fino a pochi anni fa l'Ospedale (ora trasferito nella vicina Esine).
Frazioni
[modifica | modifica wikitesto]Le frazioni del comune di Breno sono:
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo Camuno
- Museo Nostalgia Club[30]
- Santuario di Minerva
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Industria
[modifica | modifica wikitesto]È presente sul territorio del comune l'acciaieria Carlo Tassara e piccole attività artigianali e di trasformazione dei prodotti locali. Breno è rinomata ancora oggi per la presenza di magli ad acqua finalizzati alla produzione di utensili metallici.[31]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Strade
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio comunale è attraversato dalla Strada statale 42 del Tonale e della Mendola in tre gallerie, a oriente dell'abitato. Dal paese diparte la Strada statale 345 delle Tre Valli che porta fino al Passo di Crocedomini.
Ferrovie
[modifica | modifica wikitesto]La stazione di Breno è una delle principali della Val Camonica si trova nella parte nord dell'abitato. È una fermata della linea Brescia-Iseo-Edolo.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Eugenio Fontana | lista civica di centrosinistra | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 8 giugno 2009 | Edoardo Andrea Mensi | Forza Italia poi Il Popolo della Libertà |
Sindaco | |
8 giugno 2009 | 27 maggio 2019 | Sandro Farisoglio | lista civica di centrosinistra | Sindaco | [32] |
27 maggio 2019 | in carica | Alessandro Panteghini | lista civica di centrosinistra | Sindaco |
Altri enti
[modifica | modifica wikitesto]A Breno vi è la sede della Comunità Montana di Valle Camonica, de BIM di vallecamonica e dei principali Enti pubblici (Agenzia dell'entrate, Inps, Inail, Camera di commercio, Agenzia del territorio, Asl.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]La squadra di calcio del paese è l'A.S.D. Breno attiva dal 1946 inserita nel campionato di serie D.
Vinse la Coppa Italia Dilettanti nella stagione 1989-1990; nelle sue file militò Evaristo Beccalossi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Ertani 1980, p. 164.
- ^ Dizionario di toponomastica, p. 98.
- ^ Tabella climatica ENEA[collegamento interrotto]
- ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 59.
- ^ a b Passamani, p. 61.
- ^ Putelli, p. 20.
- ^ a b c Passamani, p. 64.
- ^ "Dante, l'eresia di Dolcino e il passo Crocedomini", atto de: "Pisogne: convegno sulla caccia alle streghe".
- ^ Celli, p. 83.
- ^ a b Celli, p. 104.
- ^ Brunelli, p. 183.
- ^ Celli, p. 201.
- ^ a b Passamani, p. 63.
- ^ Cantone della Montagna (1797-1798), su LombardiaBeniCulturali.it. URL consultato il 30 aprile 2009.
- ^ Distretto XI di Breno (1798 - 1801), su Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 23 gennaio 2009.. La fonte è tuttavia, in questo caso, inesatta.
- ^ Angolo e Mazzuno separati il 15 ottobre 1817.
- ^ Cimbergo e Paspardo separati il 12 ottobre 1816.
- ^ a b Cantone I di Breno (1805 - 1815), su Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 23 gennaio 2009.
- ^ Bienno e Prestine separati il 1º agosto 1818
- ^ Nel 1838 Rogno fu aggregato al distretto di Lovere.
- ^ Distretto XVII di Breno (1798 - 1801), su Lombardia Beni Culturali -. URL consultato il 23 gennaio 2009.
- ^ Passamani, p. 62.
- ^ Comune di Breno, Statuto comunale, Art. 4 Stemma e gonfalone.«Aquila reale con apertura alare completa, corona sul capo, su sfondo azzurro, su cervo adagiato su manto erboso verde.»
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Ertani 1980, p. 165.
- ^ Ertani 1979.
- ^ Nostalgia Club auto e moto d'epoca, su nostalgiaclub.com. URL consultato il 9 maggio 2021.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 14.
- ^ Voli - Speciale elezioni 2009, su pal.voli.bs.it. URL consultato il 9 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Bruno Passamani (a cura di), Arte in Val Camonica - vol. 5, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 2004.
- Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, ISBN 88-343-0333-4.
- Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915].
- Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698].
- Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980.
- Lino, Vita camuna d'un tempo, Esine, Litotipografia San Marco, 1979.
- Queirazza Giuliano Gasca, Giovan Battista Pellegrini (a cura di), Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996.
- Approfondimenti
- Cenni storico statistici sulla Valcamonica e su Breno sua capitale, Venezia, Tipografia del Commercio di Marco Visentini, 1874.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Breno
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Breno
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Breno
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Breno
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.breno.bs.it.
- Fotografie storiche - Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2022).
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